Queste due specie possono essere confuse tra loro, ma l’attento esame di alcuni caratteri ne consente facilmente l’identificazione.
Alcune passate segnalazioni, tra cui quelle per il Monte Martica (Macchi, 2005, La flora della provincia di Varese) e per il Parco Lombardo della Valle del Ticino (nei Formulari Standard di alcuni Siti di Importanza Comunitaria), erano state infatti attribuite erroneamente a G. palustris. Questa specie risulta di relativa maggiore importanza conservazionistica, in quanto inserita nell’Allegato II della Direttiva Habitat.
Il numero di fiori per pianta è al massimo 5-6 in G. palustris, mentre in G. imbricatus è maggiore, in genere, dato ad esempio che piante poco sviluppate possono avere pochi fiori (come osservato sulle piante del Monte Martica), probabilmente a causa delle condizioni di crescita non particolarmente favorevoli (ombreggiamento da parte del bosco).
Pianta in fiore di G. palustris.
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Pianta in fiore di G. imbricatus.
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Il carattere diagnostico che più viene richiamato dalle flore (Pignatti, 1982, Flora d'Italia, Edagricole; Aeschimann & Burdet, 1994, Flore de la Suisse, Editions du Griffon) è invece la tunica di fibre che ricopre il bulbo (o cormo). In G. imbricatus, le fibre sono tutte pressoché parallele tra loro, mentre in G. palustris sono intrecciate, soprattutto nella parte superiore del cormo.
Il cormo di G. palustris.
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Il cormo di G. imbricatus.
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In assenza dei fiori e soprattutto per evitare di sradicare le piante, si può ricorrere alla forma e alla dimensione della foglia inferiore in piante mature (Eggenberg & Möhl, 2007, Flora vegetativa, Haupt Verlag), forse il carattere vegetativo più semplice e immediato da osservare, oltre che fortemente diagnostico. In G. palustris, questa foglia è più stretta (al massimo, poco più di 1 cm) di quella di G. imbricatus (nettamente oltre 1.5 cm) e termina inoltre in una punta acuta (ottusa in G. imbricatus). L’aspetto delle piante di G. imbricatus è quindi più robusto di quello in G. palustris; quest’ultima è quindi pianta piuttosto gracile, tanto da essere poco discernibile quando cresce assieme a graminacee, come ad esempio Molinia arundinacea.
La foglia inferiore di G. palustris (a sinistra) e di G. imbricatus (quadrettatura di 0.5 cm).
In termini ecologici, sembra che, almeno in Lombardia, G. palustris sia una specie calcifila, mentre G. imbricatus è acidofila.
[le foto di G. palustris sono riferite a piante del Monte Barro, LC, 9.37-45.83; quelle di G. imbricatus, a piante del Monte Martica, VA, 8.82-45.87]