sabato 23 febbraio 2013

Brughiere

Per i botanici che studiano la relazione tra la presenza delle specie e delle comunità vegetali in relazioni alle caratteristiche dell’ambiente, le brughiere sono vegetazioni in cui prevalgono soprattutto specie della famiglia delle Ericaceae. Tra queste specie, troviamo il brugo (Calluna vulgaris), pianta che in Insubria forma le più estese brughiere alle quote inferiori (sotto i 1000 m). Esistono diversi tipi di brughiere, alcune delle quali sono di seguito descritte, tutte riconducibili all’alleanza Genistion pilosae Duvigneaud 1942, habitat protetto ai sensi della Direttiva Habitat.


Brughiere montane

Sono impostate su litotipi di natura silicatica, in genere a reazione acida. I suoli sono generalmente poco profondi e scarsamente pedogenizzati, tanto che alcune di queste brughiere, quelle rupestri, possono definirsi come “primarie”, cioè le uniche che non derivano dall’alterazione, in genere antropica, dei mantelli boschivi originariamente presenti nei luoghi dove ora troviamo le brughiere. Esistono diversi tipi di brughiere montane.
Ad esempio, in provincia di Varese troviamo le brughiere a Genista pilosa. Possono occupare interi versanti dove affiorano rocce magmatiche (Granofiro), in genere con esposizioni meridionali. Nel passato questi versanti sono stati percorsi dagli incendi e in assenza del fuoco, queste brughiere occuperebbero infatti una frazione assai ridotta dell’attuale areale.
 
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Interi versanti occupati da brughiere a Genista pilosa  (V. Castellera, 8.82-45.88; febbraio 2013).
Genista pilosa (V. Castellera, 8.82-45.88; maggio 2005).

Nei dintorni di Como le brughiere rupestri si insediano su litotipi sedimentari, corrispondenti soprattutto a conglomerati (Gonfolite). Si rinvengono soprattutto in stazioni molto aride e impervie. Il tenore in basi presenti nelle rocce consente la presenza sporadica di specie erbacee calcifile (Carex humilis, Festuca stricta, Sesleria caerulea, ecc.) accanto a quelle tipiche di brughiera, che invece sono acidofile, mentre la presenza di specie forestali (Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia, Quercus pubescens, ecc.) è legata soprattutto all’aridità edafica.
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Brughiera rupestre con vista su Como e il suo lago (Parco Spina Verde, 9.08-45.80; giugno 2006). Festuca stricta (Sasso Cavallasca, 9.04-45.82; giugno 2006).


Brughiere collinari

Sui rilievi collinari con depositi antichi, classicamente attribuibili alla glaciazione Mindel, sono presenti suoli ricchi di argilla e limo, a drenaggio lento e poveri di nutrienti. In queste situazioni si instaura una brughiera boscosa, generalmente ridotta a piccoli lembi come ad esempio nel Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate. Aree di una certa consistenza si rinvengono ancora nel Parco Brughiera Briantea. Una delle piante più caratteristiche, ma ormai in via di rarefazione, è Gentiana pneumonanthe.
 
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Lembi si brughiera che colonizzano il suolo denudato (Terrazzo di Lentate sul Seveso, 9.14-45.68; giugno 2007). Gentiana pneumonanthe (Terrazzo di Brenna, Mariano C., 9.18-45.72; agosto 2006).

Dove il ristagno idrico è maggiore, si osserva il passaggio verso comunità igrofile. Questa situazione è marginalmente diffusa nel Parco Brughiera Briantea e nel Parco delle Groane a raccolte d’acqua, spesso di origine artificiale. Si contraddistingue per la presenza di Agrostis canina, Carex demissa, Deschampsia cespitosa, Hypericum humifusum, Juncus tenuis, Juncus conglomeratus, Salix rosmarinifolia, ecc.
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Brughiera boscosa umida (Lago Boscaccio, Lentate sul Seveso, 9.15-45.69; giugno 2007). Salix rosmarinifolia (Quattro Strade, Lentate sul Seveso, 9.15-45.68; settembre 2008).


Brughiere di pianura

Nell’alta pianura della Lombardia occidentale sono infine presenti depositi di origine fluvio-glaciale costituiti in prevalenza da sabbie e ghiaie che danno origine a suoli ricchi di scheletro, fortemente drenanti e a reazione acida. Questi suoli poveri danno origine alla “brughera” di Gallarate, nei pressi di Malpensa, oggetto negli ultimi secoli di varie bonifiche, tra cui l’impianto di specie frugali tra cui numerose specie di pini. Contrariamente all’opinione comune, si tratta di brughiere secondarie che derivano dall’antica distruzione dei boschi originari e dal mantenimento di secolari pratiche di asportazione della vegetazione erbacea (sfalcio, pascolo e incendio) sino ai giorni nostri. Il venir meno di queste pratiche nell’ultimo cinquantennio ha determinato una progressiva riduzione della brughiera a causa del ritorno delle specie forestali, purtroppo oggi costituite in prevalenza da specie di origine esotica. Dal punto di vista floristico è più simile alle brughiere rupestri, sebbene oggi molte delle specie tipiche sono divenute rare o addirittura scomparse; tra quelle ancor oggi relativamente più frequenti troviamo Ajuga genevensis, Anthericum liliago, Centaurea deusta subsp. splendens, Hypericum perforatum e Potentilla pusilla.
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La brughiera a sud dell’aeroporto di Malpensa (Lonate Pozzolo, 8.73-45.60; settembre 2007). Forma a fiore rosa di Ajuga genevensis (Lonate Pozzolo, 8.73-45.59; aprile 2007).

Per un approfondimento si veda: