venerdì 27 dicembre 2019

Amorpha fruticosa

Descrizione di Amorpha fruticosa L., comunemente chiamata Amorfa o Indaco bastardo, neofita invasiva inserita in Lombardia tra le infestanti forestali (RR 5/2007) e tra le specie della Lista Nera (LR 10/2008, DGR XI/2658).

Descrizione:
  • arbusto caducifoglio, alto 1-2 m (eccezionalmente oltre 4 m), molto ramificato dalla base; giovani fusti pubescenti
  • foglie composte in media di 13-17 segmenti ellittici, arrotondati all'apice, di un verde brillante; stipole lineari, precocemente caduche
  • fiori ermafroditi profumati, in racemi lineari, eretti e terminali; corolla ridotta, violacea
  • frutto formato da un piccolo legume ghiandoloso, contenente generalmente un seme reniforme
Amorpha fruticosa

Riconoscimento:
  • può essere confusa per giovani piante di Robinia pseudoacacia; gli esemplari di Amorfa se ne distinguono per la completa assenza di spine e per il penetrante profumo delle foglie quando strofinate
Impatti:
  • biodiversità: soppianta le comunità di specie legnose autoctone
  • biodiversità: le dense coperture impediscono inoltre la rinnovazione naturale delle specie autoctone di alberi e arbusti
  • accessibilità: i nuclei estesi e densi di questa specie rallentano o impediscono l’accesso (es. alle rive dei corsi d’acqua)
  • ecosistemi: cambiamento nelle funzionalità ecosistemiche (specie azotofissatrice)
  • paesaggio: colonizza rapidamente gli ambienti aperti, cambiando il paesaggio naturale
  • agricoltura: riesce a penetrare nelle coltivazioni legnose (es. pioppeti di P. x canadensis)
  • salute animale: contiene alcaloidi
Usi e benefici:
  • erosione: impiegata per il consolidamento dei terreni
  • entomofauna: attrae numerosi insetti pronubi (NB: non sostituisce il ruolo ecologico delle piante autoctone; solo le farfalle “generaliste” si cibano del nettare di Amorfa, mentre le farfalle "specialiste", ben più numerose in termini di specie, necessitano di piante indigene specifiche, che possono essere minacciate dall'Amorfa stessa)
Fonti di dispersione:
  • in passato utilizzata per il consolidamento dei terreni
  • popolazioni spontanee in ambienti naturali, raramente in quelli antropizzati
  Vettori di dispersione:
  • trasporto passivo (terra con semi) nel battistrada dei pneumatici o sulla carrozzeria degli automezzi
  • semi dispersi dall'acqua di ruscellamento e da quella nei corsi d’acqua
  • movimentazione terra infestata da semi e radici
  • vegetativo: i rami possono radicare
  Prevenzione alla dispersione:
  • applicare rigorosamente la normativa regionale sugli ambienti naturali (LR 10/2008, RR 5/2007)
  • evitarne in modo assoluto la messa a dimora, anche negli ambienti antropizzati
  • evitare di lasciare terreno nudo nelle vicinanze delle popolazioni
  • tagliare le infiorescenze prima della fruttificazione (VIII-IX)
  •  
Metodi di contrasto alla specie:
scarsa è la disponibilità di indicazioni dettagliate; l’applicazione integrata dei metodi appare maggiormente efficace rispetto ai singoli
  • Fisici:
    • estirpazione possibile solo nel caso di piccole popolazioni di giovani piante
    • il taglio ha scarso effetto, anche se ripetuto più volte annualmente e per anni consecutivi
    • il taglio è comunque propedeutico all'impiego del diserbo
  • Chimici:
    • diserbo fogliare con glifosato e triclopir (piena stagione vegetativa)
    • diserbo mirato con glifosato su fusti tagliati di fresco con diametro maggiore di 3 cm (durante stagione vegetativa)
  • Gestionali:
    • se le caratteristiche ambientali e conservazionistiche lo consentono, piantare alberi con chioma densa e seminare erbacee competitive