Descrizione:
- albero caducifoglio, alto sino a 20 m, ma in genere non superante i 10 m; corteccia di colore grigio, liscia o leggermente solcata; giovani rami pubescenti; estremamente pollonifero
- foglie alterne, lamina da ovata a ellittico-ovata, intera o con 3-5 lobi spesso irregolari (soprattutto nei turioni e nei giovani esemplari), margine grossolanamente seghettato
- fiori ♀ e ♂ su piante distinte, privi di evidente corolla; infiorescenze ♀ a capolino globoso, quelle ♂ ad amento lungo 3-8 cm, pendulo
- frutto rosso-aranciato, globoso, di 1.5-3 cm di diametro, pubescente e con sparse setole rigide
Riconoscimento:
- superficialmente simile al Gelso comune (Morus alba), che però presenta rami glabri e lamine fogliari glabre (ma pubescenti sulle nervature)
- biodiversità: forma comunità monospecifiche che alterano soprattutto la tipica composizione di boschi e arbusteti
- paesaggio: modifica la fisionomia del paesaggio naturale
- manufatti: le radici penetrano nei manufatti e li danneggiano
Usi e benefici:
- produzione biomassa: elevata velocità di accrescimento
- ornamentale: impiegata raramente (scarso valore)
Fonti di dispersione:
- volontariamente coltivato in parchi, giardini, alberature, ecc.
- volontariamente introdotto in impianti forestali (nel passato)
- vegetativa: la riproduzione tramite polloni costituisce il principale meccanismo dell’incremento intrapopolazione
- animali: frutti appetiti dall'avifauna; fruttifica però raramente, in quanto di solito le popolazioni sono costituite da piante di un solo sesso
Prevenzione alla dispersione:
- applicare rigorosamente la normativa regionale sugli ambienti naturali (LR 10/2008, RR 5/2007)
- evitare assolutamente la piantumazione di questa specie, anche al solo scopo ornamentale
l’applicazione integrata dei metodi appare maggiormente efficace rispetto ai singoli
- Fisici:
- almeno due tagli l’anno durante la stagione vegetativa (il primo a IV), ripetuti per molti anni (poco efficace se non abbinata ad altri metodi, in quanto stimola l’emissione di polloni)
- rimozione manuale delle plantule e giovani esemplari (le radici rimaste nel terreno potrebbe però rivegetare)
- Chimici:
- applicazione sulla corteccia alla base del tronco di triclopir, miscelato ad olio minerale (evitare periodo invernale)
- diserbo mirato con triclopir su ceppaie tagliate di fresco (localizzato al solo cambio: evitare periodo III-IV)
- Gestionali:
- per contrastare la rivegetazione dai polloni, occorre garantire una rapida copertura seminando erbacee e mettendo a dimora arbusti e alberi con densa copertura delle chiome