Il genere Fragaria comprende tre specie spontanee autoctone: F. moschata, F. vesca e F. viridis.
Di seguito vengono esposti i caratteri per distinguere le tre specie di fragole, spesso facilmente confuse tra loro. In genere la loro distinzione è piuttosto agevole, tranne eventualmente in alcune popolazioni che potrebbero corrispondere a ibridi: in questo caso le piante presentano ovviamente caratteri intermedi tra le due specie progenitrici (si veda ad esempio F. x bifera).
Nota1: I caratteri esposti sono il risultato di alcune osservazioni, in parte originali, desunte dopo oltre due anni di coltivazione su alcune piante raccolta in natura. Ovviamente il presente contributo non ha assolutamente la presunzione di essere esauriente rispetto a tutta la variabilità presente nelle tre specie del genere Fragaria. Si ritiene comunque che a dispetto di molti testi di flora che appaiono “rigorosi e scientificamente irreprensibili” (utilizzati nella presente esposizione semplicemente come fonte d’ispirazione), il presente piccolo contributo possa concorrere significativamente ad approfondire la conoscenza su questo importante genere.
Nota2: Viene talvolta segnalata come spontaneizzata (causale) anche F. x ananassa, corrispondente alla comune fragola coltivata, ben noto ibrido tra due specie americane. Tuttavia F. x ananassa è pianta nettamente sinantropica e presenta una notevole variazione morfologica legata al processo di ibridazione e selezione artificiale delle diverse cultivar presenti sul mercato. F. x ananassa produce sempre un frutto che per dimensioni e sapore è del tutto differente dalle tre specie autoctone sopra citate. Allo stato spontaneo non sembra ibridare con le specie autoctone, sebbene si conoscano ibridi ottenuti artificialmente con F. vesca (Schulze et al., 2011, Annals of Botany 107).
Stoloni
I caratteri riguardanti gli stoloni sono in genere sottovalutati, probabilmente perché gli stoloni sono prodotti da una pianta soltanto dopo la fruttificazione e quindi le fragole sono in uno stadio fenologico che non attira più l’attenzione. Inoltre, in natura risulta difficile l’osservazione degli stoloni, in quanto sono spesso spezzati o si spezzano quando vengono raccolti per esaminarli. Le osservazioni sono decisamente più facili nelle piante coltivate. Nonostante queste difficoltà gli stoloni presentano caratteri, in particolare il tipo di ramificazione, risolutivi per distinguere F. viridis dalle altre due specie.
Tipo di ramificazione
F. viridis presenta una ramificazione monopodiale, mentre in F. moschata e F. vesca è simpodiale. In termini pratici, lungo uno stolone di F. viridis si osserva una sola foglia squamiforme e quindi una serie continua di nuove piantine; lo stolone non è mai ramificato. Nelle altre due specie si alterna una foglia squamiforme a una nuova piantina; lo stolone può ramificarsi in genere da una foglia squamiforme, ma anche da una nuova piantina quando radica.
Tipo di ramificazione degli stoloni
In F. viridis la prima foglia è generalmente simile a quelle successive, in particolare in termini di dimensioni; il picciolo è inoltre ben visibile. Nelle altre due specie la prima vera foglia è di dimensioni ridotte, semplice o trifogliata e soprattutto sub-sessile o con un picciolo molto corto, quindi decisamente differente dalle foglie successive.
F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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Foglie
Per distinguere le tre specie allo stato vegetativo, le foglie presentano caratteristiche piuttosto stabili.
Denti apicali del segmento fogliare centrale
In F. viridis il dente apicale è costantemente più corto (e meno largo) dei due adiacenti laterali, che sono inoltre decisamente curvati verso il dente apicale. Nelle altre due specie il dente apicale è spesso delle stesse dimensioni di quelli laterali o leggermente più piccolo; se è decisamente più piccolo, i denti adiacenti laterali non sono mai ricurvi. Inoltre, in F. viridis i denti del margine fogliare possiedono un evidente ciuffo di peli che protende oltre il margine della lamina.
F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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Pelosità nella pagina inferiore
La pagina inferiore in F. moschata presenta una pelosità patente; nelle altre due specie è invece appressata.
F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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Stomi
Le dimensioni stomatiche possono essere utilizzate come variabile proxy del numero cromosomico. F. moschata possiede infatti un corredo esaploide (6n), rispetto a quello diploide (2n) di F. viridis e F. vesca. Di conseguenza gli stomi, misurati su foglie appena colte, sono decisamente più lunghi (23-27 µm) rispetto a quello delle altre due specie (18-23 µm).
Infiorescenze
I caratteri legati all’infiorescenza sono soltanto di parziale utilità, in quanto risultano parzialmente sovrapposti.
Pelosità del peduncolo
In F. vesca la pelosità è in genere appressata oppure leggermente patente. In F.viridis è invece da debolmente appressata a patente. Più vistosa è quella di F. moschata, in cui è nettamente patente o addirittura deflessa (cioè rivolta verso la parte opposta del fusto).
F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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Forma della foglia che sottende il primo fiore
Queste foglie bratteali sono piuttosto variabili, sia come forma che come dimensioni. Tuttavia in F. viridis sono costantemente intere o quasi, comunque mai lobate o divise in segmenti; la loro larghezza non supera 1 cm e spesso è solo di pochi millimetri. In F. moschata e F. viridis le foglie sono spesso trilobate o nel caso siano intere, la loro larghezza è notevolmente maggiore di 1 cm.
F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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Numero di fiori per infiorescenza
F. moschata presenta un numero di fiori maggiore (7-17, generalmente almeno 9 fiori). Solo F. viridis può presentare più di 10 fiori, quantunque di rado. Invece F. vesca ha solitamente meno di 10 fiori. Il carattere sembra dunque più utile per riconoscere F. moschata da F. vesca.
Diametro dei fiori
F. vesca ha fiori molto più piccoli, che in genere non superano i 20 mm di diametro. F. moschata presenta invece i fiori più grandi, di solito con almeno 25 mm di diametro. F. viridis si attesta su valori intermedi tra i precedenti, anche se si osservano spesso fiori grandi come in F. moschata. In definitiva, il carattere sembra più utile per discriminare F. vesca dalla altre due specie.
Sesso del fiore
F. moschata è una specie dioica, per cui esistono esemplari con soli fiori femminili e altri con soli fiori maschili; vengono comunque segnalate forme con fiori ermafroditi (forse da riferire a cultivar o ibridi?). In F. vesca e F. viridis i fiori sono sempre ermafroditi.
♀
♂
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F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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Frutto
Anche il “frutto” (= ricettacolo carnoso) presenta differenti caratteristiche, apprezzabili sotto diversi “aspetti sensoriali”. Tuttavia alcuni caratteri sono di minor affidabilità, come il colore (il frutto è almeno parzialmente bianco-verdastro in F. viridis, mentre è sempre più o meno rosso nelle altre specie), la pelosità (in F. vesca e in F. moschata la superficie del “frutto” è leggermente pelosa, mentre è glabra in F. vesca) e il gusto (in F. moschata, il gusto è per l’appunto “moscato”; il sapore in F. viridis è leggermente diverso da quello di F. vesca, ma è di difficile definizione, all’incirca un po’ più asprigno e meno saporito).
Posizione del calice
A maturazione, il calice in F. viridis è appressato al “frutto”. Diversamente nelle altre due specie è patente, orizzontale o persino riflesso (in particolare in F. vesca).
F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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Legame calice-“frutto”
Diversamente dalle altre due specie, in F. viridis il calice non si stacca dal “frutto”, che quindi rimane avvolto dal calice. Il distacco dal peduncolo fiorale del calice+”frutto” avviene con un caratteristico suono, del tipo “tic” (suono del distacco del calice dal "frutto").
F. moschata
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F. vesca
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F. viridis
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