sabato 28 gennaio 2017

Polypodium sp.pl.


Nel nostro territorio sono presenti tre specie appartenenti al genere Polypodium.


Nella tavola seguente sono mostrate queste tre specie e alcuni particolari delle foglie (dall’alto in basso; scala in millimetri dove riportata):
  • piante in natura;
  • foglia, parte superiore (adassiale);
  • foglia, parte inferiore (abassiale);
  • segmento fogliare (pinna), parte inferiore (abassiale);
  • gruppi di sporangi (soro).

Polypodium vulgare
Polypodium interjectum
Polypodium cambricum
Polypodium vulgare Polypodium interjectum
Polypodium cambricum
Polypodium vulgare Polypodium interjectum Polypodium australe
Polypodium vulgare Polypodium interjectum Polypodium australe
Polypodium vulgare Polypodium interjectum Polypodium australe
Polypodium vulgare
Polypodium interjectum Polypodium cambricum
Polypodium vulgare
Polypodium interjectum
Polypodium cambricum


Dalla tavola si possono apprezzare le differenze tra le tre specie, facilmente ricoscibili anche con i soli caratteri macroscopici (quindi tranne l’ultimo, riferito ai sori). I caratteri microscopici (Marchetti, 1994,Ann.Mus.civ.Rovereto,Sez.:Arch.,St.,Sc. nat, 9; Peroni & Peroni, 2004, Memorie, Soc.tic.sc.nat., 7) possono essere comunque utili in alcuni casi dubbi, ad esempio con gli ibridi (v. sotto).
La specie più comune è sicuramente P. vulgare (2n=148), che si riviene in diversi tipi di ambienti, sebbene sia prevalentemente una specie forestale. Cresce su terreno, tra le rocce (anche su muretti), su legno (vecchie ceppaie, pure sul tronco di alberi ricchi di muschi oppure un po’ marcescenti), ecc.

P. cambricum (2n=74) si distingue per le grandi dimensioni delle foglie, con le pinne che sono in genere acute e nettamente seghettate sul margine. Carattere peculiare è la presenza di filamenti sterili ramificati (parafisi) nel soro; questo carattere è però visibile solo al microscopio, in quanto le parafisi sono molto piccole (v. frecce nell’immagine). Si tratta di una specie termicamente esigente, tipica di zone micro-climaticamente umide e riparate. Cresce su rupi, in particolare sulla terra accumulatasi sulla roccia. Non è molto frequente.

Infine, P. interjectum (2n=222) è un allotetraploide che ha avuto origine dalle due summenzionate specie e come tale presenta una morfologia intermedia. Possiede quindi le dimensioni delle foglie di P. cambricum, ma senza le altre caratteristiche (ad esempio, le pinne sono ottuse e senza la seghettatura sul margine). Anche l’ecologia sembra essere intermedia. Come P. cambricum, non è molto frequente. 

Occorre infine evidenziare che le tre specie si ibridano tra loro. Questi ibridi si riconoscono, oltre per la morfologia intermedia, per la presenza all’interno degli sporangi di una elevata proporzione  di spore sterili (Page, 1997, The ferns of Britain and Ireland), ovvero malformate (la sterilità deriva dal diverso numero cromosomico che le tre specie possiedono). Questi ibridi andrebbero attivamente cercati, soprattutto quando due specie crescono nelle vicinanze (evento decisamente raro).