Come tale è soggetta a misure di rilevamento precoce ed eradicazione rapida; inoltre, il commercio di questa specie è proibito all'interno dei paesi dell'UE. La presenza in Lombardia di questa pianta può essere restituita mediante un'apposita campagna di citizen science.
La pianta, conosciuta anche come Ludwigia grandiflora subsp. hexapetala (Hook. & Arn.) G.L. Nesom & J.T. Kartesz o recentemente anche come Ludwigia grandiflora var. hexapetala (Hook. & Arn.) D.B.Ward, merita però il rango di specie, in quanto è ben distinguibile sul piano morfologico, morfometrico e cariologico rispetto agli altri taxa presenti nell'aggregato di Ludwigia grandiflora (Zardini & Raven, 1991, Systematic Botany 16; Nesom & Kartesz, 2000, Castanea 65). Purtroppo a questa confusione nomenclaturale ha contribuito la "miopia" dei botanici che vogliono accostare il proprio nome a una pianta, confidando anche sul fatto che acriticamente si accetta sempre l'ultimo nome validamente pubblicato, nel presente caso quello riferito al rango varietale (Ward, 2012, Phytologia 94).
L'estesa copertura di Ludwigia hexapetala tra la riva del lago e l'acqua aperta
(Lago di Varese, 8.46-45.48 e 8.47-45.48, luglio 2016 e settembre 2016).
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Al di là di queste amenità prive di alcun valore biologico ed ecologico, questa specie è molto appariscente durante il suo lungo periodo estivo di fioritura. Il suo valore come pianta ornamentale è indubbio. Purtroppo presenta un forte carattere invasivo, formando densissime coperture monospecifiche nella fascia compresa tra la riva e l'acqua aperta.
A sinistra: piante che crescono completamente emerse dall'acqua; a destra: nuclei di piante che crescono sulle rive e si protendono in acqua (Lago di Varese, 8.46-45.48, settembre 2017 e settembre 2016).
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Si tratta in effetti di una pianta acquatica o meglio anfibia, perché è in grado di crescere anche su terreno umido. In provincia di Varese è piuttosto diffusa in alcuni laghi e nelle adiacenti aree umide.