È il caso di Leptothrix ochracea, un batterio gram-negativo appartenente al phylum Proteobacteria, in cui trovano collocazione diverse specie all'origine di patologie non proprio simpatiche... ma che non hanno niente a che fare con Leptothrix ochracea.
Gli ammassi arancioni del batterio Leptothrix ochracea in un ruscello nei pressi della sorgente collocata in un'area palustre (Palude Brabbia, Inarzo, VA; 8.73-45.78; dicembre 2018).
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Leptothrix ochracea forma estesi ammassi di colore arancione sommersi in acqua, come quelle osservate lungo un ruscello a debole corrente, poco a valle di una sorgente situata in un’area paludosa. Questo batterio cresce infatti in acque ricche di materia organica, ossigeno e soprattutto ferro. La particolare colorazione è dovuta alla considerevole produzione di ossi-idrossidi di ferro, per cui la specie viene indicata come essere un “ecological engineer”, in quanto in grado di alterare la geo-chimica di un ecosistema (Fleming et al., 2018, Appl.Environ. Microbiol.).
Aspetto al microscopio del batterio Leptothrix ochracea, in cui si notano le guaine arancioni e filamenti liberi.
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Al microscopio si possono osservare i filamenti e soprattutto le guaine arancioni in cui sono intrappolati gli ossi-idrossidi di ferro. La produzione di questi ultimi è legata al particolare metabolismo che è di tipo chemo-litotrofico, anche se non è pienamente compreso il meccanismo di assimilazione del carbonio, per cui Leptothrix ochracea è considerato anche un eterotrofo (Fleming et al., op.cit.). Infatti, non tutti i filamenti presentano guaine arancioni.