domenica 10 febbraio 2019

Sphaerotilus natans

Talvolta si incontrano corsi d'acqua in contesti che sembrano di valore naturalistico, in contrasto con il territorio antropizzato che è poche decine di metri di distanza.

E' il caso del Torrente Arno, o Arnetta. Questo corso d'acqua scorre a fianco dell'Autostrada del Laghi (A8), la quale lo separa dal denso tessuto urbanizzato. L'Arnetta scorre infatti per un breve tratto in una fascia boschiva, dove vi sono anche alcuni ontani e l'alveo appare in uno stato naturale.


Sphaerotilus natans
Il Torrente Arno, o Arnetta, lungo il tratto di alveo apparentemente naturale (Castronno, VA, 8.81-45.75; febbraio 2019).

In realtà quando ci si avvicina all'alveo, si osservano "antichi" rifiuti incastrati nei depositi fluviali e soprattutto l'acqua risulta maleodorante e con un colore grigiastro. Il risultato finale è un corso d'acqua dall'aspetto ripugnante.


Sphaerotilus natans
Sphaerotilus natans
Le masse grigiastre, plumose e fluttuanti del batterio Sphaerotilus natans sono l'unica "macrofita" acquatica presente nel Torrente Arno. 


Ancorati a radici o altri supporti, fluttuano masse plumose che sono l'unica forma visibile ad occhio nudo di organismi acquatici "vegetali". Queste masse sono costituite da Sphaerotilus natans, un batterio filamentoso che cresce in acque ricche di materia organica, povere in ossigeno e quindi in condizioni eutrofiche o meglio ipertrofiche. In altre parole, spiace dirlo, siamo di fronte a una vera e propria "fogna a cielo aperto", altro che natura...


Sphaerotilus natans
Sphaerotilus natans
Aspetto di Sphaerotilus natans visto al microscopio: le masse grigiastre sono costituite da piccolissimi filamenti di pochi micron di larghezza (barra rossa: a sinistra, 100 micron; a destra, 10 micron).