Descrizione:
- piccolo albero caducifoglio, alto sino a 15 m; corteccia di colore bruno-cenerino, rugosa con l’età; giovani rami glauchi, pruinosi, flessibili
- foglie imparipennate, composte da 3-5(-7) segmenti di forma ovale, ellittica o lanceolata e margine con denti e lobature irregolari; i 3 segmenti apicali sono spesso confluenti e saldati alla base
- fiori ♀ e ♂ su piante distinte, privi di calice e corolla; fioritura contemporanea alla fogliazione
- frutto: disamara
Riconoscimento:
- dagli altri aceri (Acer sp.pl.) differisce per la foglia composta
- dal sambuco nero (Sambucus nigra) si riconosce per i rametti glauchi oppure verdi (se senza pruina) e tondeggianti in sezione, le gemme chiare (mai nerastre) e le foglie non maleodoranti
- biodiversità: forma comunità monospecifiche che alterano soprattutto la tipica composizione di boschi e arbusteti igrofili di importanza conservazionistica
- paesaggio: modifica la fisionomia del paesaggio naturale
- salute umana: il polline è considerato allergenico
- ornamentale: coltivata spesso sotto forma di cultivar
- alberature: rustica, dotata di buona resistenza all’ambiente urbano
- forestale: utilizzata come specie pioniera, anche per consolidamenti (nel passato)
- apistica: produzione di polline
- popolazioni spontanee, soprattutto nelle zone umide e presso gli ambienti antropizzati
- commercio: venduta soprattutto in cultivar, in genere con scarso carattere invasivo, ma comunque innestate su piante selvatiche
- giardini e alberature: diffusamente coltivata
- vento: frutti adatti a questa dispersione (samare)
- acqua: semi trasportati dalla corrente
- vegetativa: produzione di polloni (incremento intrapopolazione)
- applicare rigorosamente la normativa regionale sugli ambienti naturali (LR 10/2008, RR 5/2007)
- evitare assolutamente la piantumazione di questa specie, anche a scopo ornamentale, nelle vicinanze degli ambienti naturali
- nel caso di pregresse coltivazioni di cultivar, evitare la ripresa vegetativa del portainnesto
- mantenere in ambienti antropizzati solo piante ♂ e cultivar di scarso vigore
scarsa è la disponibilità di indicazioni dettagliate; i metodi chimici sembrano comunque essere i più efficaci
- Fisici:
- almeno due tagli l’anno (durante stagione vegetativa, la prima a V-inizio VI), ripetuti per molti anni (poco efficace se non abbinata ad altri metodi, in quanto stimola l’emissione di polloni)
- rimozione manuale dei semenzali
- Chimici:
- diserbo con glifosato e 2,4-D (sembra molto sensibile a questo principio attivo): applicazione fogliare in VIII
- diserbo mirato con glifosato su ceppaie tagliate di fresco (localizzato al solo cambio: evitare periodo III-IV)
- Gestionali:
- nelle situazioni ambientali dove è possibile, provvedere a mettere a dimora specie forestali a rapido accrescimento e/o densa copertura delle chiome