Descrizione:
- albero caducifoglio, alto anche oltre 20 m; elevata produzione di polloni; corteccia di colore bruno-cenerino, leggermente screpolata con l’età; giovani rami grigio-vellutati, ghiandolosi
- foglie imparipennate, composte da 13-31 segmenti con forma ellittica o lanceolata, margine intero o con un grosso dente alla base
- fiori ♀ e ♂ generalmente su piante distinte, talvolta ermafroditi, privi di calice e con 5 petali; fioritura successiva alla fogliazione
- frutto: samara
- dai noci (Juglans sp.pl.) si distingue per i segmenti fogliari a margine intero e portanti spesso grossi denti alla base
- in assenza del fogliame, si riconosce da paulonia (Paulownia tomentosa) per la presenza dei caratteristici polloni e per la forma della cicatrice fogliare
- tutta la pianta emana un caratteristico odore sgradevole
- biodiversità: altera la composizione del soprassuolo forestale, formando comunità boschive monospecifiche
- biodiversità: accelera l’evoluzione delle comunità erbacee verso il bosco, in particolare su suoli ben drenati (es. prati magri)
- paesaggio: modifica la fisionomia del paesaggio naturale
- sostanze allelopatiche: si accumulano nel suolo
- manufatti: le radici penetrano nei manufatti e li danneggiano
- salute umana: produce tossine nelle foglie e nella corteccia (dermatiti da contatto)
- produzione biomassa: elevata velocità di accrescimento
- ripristino copertura boschiva: specie molto rustica
- ornamentale: adatto anche all'ambiente urbano, sebbene di modesto valore estetico e poco controllabile
- popolazioni spontanee in ambienti naturali
- popolazioni spontanee in ambienti antropizzati, spesso abbandonati o saltuariamente gestiti (es. scarpate stradali e ferroviarie, cantieri, ecc.)
- volontariamente coltivato (o comunque è tollerata la presenza di piante spontanee) in parchi, giardini, alberature, ecc.
- volontariamente introdotto in impianti forestali (nel passato)
- semi dispersi dal vento, anche a lunga distanza
- si rigenera vegetativamente mediante la produzione di polloni (forte incremento intrapopolazione)
- applicare rigorosamente la normativa regionale sugli ambienti naturali (LR 10/2008, RR 5/2007)
- evitarne la messa a dimora, anche a scopo ornamentale e negli ambienti sicuramente gestiti (es. parchi pubblici)
- impedirne la fioritura (esemplari ♀: V-VI) e la fruttificazione (IX-X)
specie di difficile contrasto: utilizzo integrato di più metodi; intervenire immediatamente a seguito dell’individuazione di nuove popolazioni; controllare attivamente anche la propagazione da seme
- Fisici:
- almeno due tagli l’anno (durante la stagione vegetativa, la prima a V-inizio VI), ripetuti per molti anni (poco efficace se non abbinata ad altri metodi, in quanto stimola l’emissione di polloni)
- rimozione manuale delle plantule e giovani esemplari (NB: le radici rimaste nel terreno potrebbe però rivegetare); possibile solo nelle piccole popolazioni
- Chimici:
- diserbo mirato con glifosato e triclopir su foglie (piante giovani e ricacci: periodo consigliato VII-X)
- diserbo mirato con glifosato e triclopir su ceppaie tagliate di fresco (localizzato al solo cambio: evitare periodo III-IV)
- cercinatura (esporre il cambio) e trattamento localizzato con glifosato e triclopir (evitare periodo III-IV)
- Gestionali:
- per contrastare la rivegetazione dei polloni e soprattutto la crescita da seme, occorre garantire una rapida copertura seminando erbacee e mettendo a dimora arbusti e alberi con densa copertura delle chiome