sabato 21 dicembre 2019

Ailanthus altissima

Descrizione di Ailanthus altissima (Mill.) Swingle, comunemente chiamato con diversi nomi (albero del Paradiso, ailanto, sommacco falso, sommacco americano), neofita invasiva inserita in Lombardia tra le infestanti forestali (RR 5/2007) e tra le specie della Lista Nera (LR 10/2008, DGR XI/2658), nonché di recente anche tra quelle di interesse europeo (Regolamento UE n. 1143/2014).

Descrizione:
  • albero caducifoglio, alto anche oltre 20 m; elevata produzione di polloni; corteccia di colore bruno-cenerino, leggermente screpolata con l’età; giovani rami grigio-vellutati, ghiandolosi
  • foglie imparipennate, composte da 13-31 segmenti con forma ellittica o lanceolata, margine intero o con un grosso dente alla base
  • fiori ♀ e ♂ generalmente su piante distinte, talvolta ermafroditi, privi di calice e con 5 petali; fioritura successiva alla fogliazione
  • frutto: samara
Ailanthus altissima

Riconoscimento:
  • dai noci (Juglans sp.pl.) si distingue per i segmenti fogliari a margine intero e portanti spesso grossi denti alla base
  • in assenza del fogliame, si riconosce da paulonia (Paulownia tomentosa) per la presenza dei caratteristici polloni e per la forma della cicatrice fogliare
  • tutta la pianta emana un caratteristico odore sgradevole
Impatti:
  • biodiversità: altera la composizione del soprassuolo forestale, formando comunità boschive monospecifiche
  • biodiversità: accelera l’evoluzione delle comunità erbacee verso il bosco, in particolare su suoli ben drenati (es. prati magri)
  • paesaggio: modifica la fisionomia del paesaggio naturale
  • sostanze allelopatiche: si accumulano nel suolo
  • manufatti: le radici penetrano nei manufatti e li danneggiano
  • salute umana: produce tossine nelle foglie e nella corteccia (dermatiti da contatto)
Usi e benefici:
  • produzione biomassa: elevata velocità di accrescimento
  • ripristino copertura boschiva: specie molto rustica
  • ornamentale: adatto anche all'ambiente urbano, sebbene di modesto valore estetico e poco controllabile
Fonti di dispersione:
  • popolazioni spontanee in ambienti naturali
  • popolazioni spontanee in ambienti antropizzati, spesso abbandonati o saltuariamente gestiti (es. scarpate stradali e ferroviarie, cantieri, ecc.)
  • volontariamente coltivato (o comunque è tollerata la presenza di piante spontanee) in parchi, giardini, alberature, ecc.
  • volontariamente introdotto in impianti forestali (nel passato)
  Vettori di dispersione:
  • semi dispersi dal vento, anche a lunga distanza
  • si rigenera vegetativamente mediante la produzione di polloni (forte incremento intrapopolazione)
  Prevenzione alla dispersione:
  • applicare rigorosamente la normativa regionale sugli ambienti naturali (LR 10/2008, RR 5/2007)
  • evitarne la messa a dimora, anche a scopo ornamentale e negli ambienti sicuramente gestiti (es. parchi pubblici)
  • impedirne la fioritura (esemplari ♀: V-VI) e la fruttificazione (IX-X)  
Metodi di contrasto alla specie:
specie di difficile contrasto: utilizzo integrato di più metodi; intervenire immediatamente a seguito dell’individuazione di nuove popolazioni; controllare attivamente anche la propagazione da seme
  • Fisici:
    • almeno due tagli l’anno (durante la stagione vegetativa, la prima a V-inizio VI), ripetuti per molti anni (poco efficace se non abbinata ad altri metodi, in quanto stimola l’emissione di polloni)
    • rimozione manuale delle plantule e giovani esemplari (NB: le radici rimaste nel terreno potrebbe però rivegetare); possibile solo nelle piccole popolazioni
  • Chimici:
    • diserbo mirato con glifosato e triclopir su foglie (piante giovani e ricacci: periodo consigliato VII-X)
    • diserbo mirato con glifosato e triclopir su ceppaie tagliate di fresco (localizzato al solo cambio: evitare periodo III-IV)
    • cercinatura (esporre il cambio) e trattamento localizzato con glifosato e triclopir (evitare periodo III-IV)
  • Gestionali:
    • per contrastare la rivegetazione dei polloni e soprattutto la crescita da seme, occorre garantire una rapida copertura seminando erbacee e mettendo a dimora arbusti e alberi con densa copertura delle chiome