domenica 22 dicembre 2019

Artemisia verlotiorum

Descrizione di Artemisia verlotiorum Lamotte, comunemente chiamata come Assenzio dei fratelli Verlot, neofita invasiva inserita in Lombardia tra le specie della Lista Nera (LR 10/2008, DGR XI/2658).

Descrizione:
  • erbacea perenne, alta 50-200 cm, con intenso odore aromatico (vermouth); fusto eretto, ramoso, con lunghi rizomi o stoloni orizzontali striscianti
  • foglie composte, 1-2-pennatosette, verde scuro e glabrescenti di sopra, verde-grigiastro chiaro e pelose inferiormente
  • fiori tubulosi, bruni o rossastri, portati in capolini che formano infiorescenze a pannocchia strettamente piramidali, fogliose
  • frutto formato da acheni bruni, senza pappo

Artemisia verlotiorum

Riconoscimento:
  • l’autoctono Assenzio selvatico (Artemisia vulgaris) si distingue per l’assenza di rizomi essendo pianta cespitosa (A. verlotiorum costituisce estesi tappeti, mentre A. vulgaris forma cespi compatti), la lamina fogliare decisamente meno incisa al margine, la pagina inferiore della lamina decisamente più biancastra e la fioritura precoce a VIII-IX (A. verlotiorum fiorisce nel periodo fine IX-XI)
  • l’Assenzio annuale (Artemisia annua) si riconosce per l’assenza di stoloni in quanto erbacea annuale e per le foglie generalmente 3-pennatosette divise in lacinie che non superano generalmente il millimetro (abbondantemente oltre in A. verlotiorum)
Impatti:
  • biodiversità: invade soprattutto le comunità erbacee (es. prati) dove vi è un eccesso di nutrienti e la gestione (es. sfalci) è irregolare; entra anche in quelle appena seminate (es. prati da vicenda e tappeti erbosi)
  • biodiversità: forma comunità monospecifiche, che impediscono la crescita di altre specie, tra cui l’assenzio selvatico (Artemisia vulgaris) che è in fase di regressione nelle comunità naturali
  • agricoltura: infestante nelle coltivazioni, in particolare in quelle di piante legnose, in minor misura nei seminativi (ma frequentemente se abbandonati)
  • salute umana: polline allergenico delle vie respiratorie
Usi e benefici:
  • nessuno
Fonti di dispersione:
  • coltivazioni, soprattutto seminativi e colture sarchiate
  • infrastrutture viarie, in particolare sulle banchine erbose
  • ambienti ruderali, in particolare nelle aree fortemente antropizzate (es. cantieri abbandonati)
  • boschi, soprattutto di neoformazione o sottoposti a saltuario disturbo (soprattutto al margine)
  Vettori di dispersione:
  • semi: maturano raramente (probabile dispersione passiva con il terreno)
  • movimentazione di terra infestata da stoloni e rizomi (principale forma di dispersione)
  Prevenzione alla dispersione:
  • applicare rigorosamente la normativa regionale sugli ambienti naturali (LR 10/2008)
  • saltuari episodi di disturbo (es. sfalci irregolari, movimenti terra) favoriscono la dispersione e la rinnovazione della specie
  • in generale, la movimentazione di terra, inclusa l’aratura e l’erpicatura, possono favorire questa specie
  • ripulitura automezzi che hanno lavorato in aree infestate
Metodi di contrasto alla specie:
non sono disponibili indicazioni dettagliate
  • Fisici:
    • lo sfalcio è l’unico metodo fisico possibile; da attuarsi durante tutta la stagione vegetativa (almeno 3 sfalci, di cui uno a IX, appena prima della fioritura)
    • come misura preventiva, sfalcio regolare (almeno 2 volte l’anno) dei prati, delle banchine stradali, ecc.
  • Chimici:
    • diserbante totale (es. glifosato) in aree senza colture (seguito da semine e/o piantagioni)
  • Gestionali:
    • dove possibile, coltivazione di piante antagoniste, in particolare di cespugli e arbusti, in grado di competere per lo spazio fisico