Descrizione:
- arbusti alti sino a 4 m oppure piccoli alberi alti sino ad una decina di metri, sempreverdi o (semi-)decidui in inverni particolarmente freddi; corteccia di colore bruno-cenerino
- foglie opposte, con lamina da ovata a ovato-ellittica, verde scuro lucente sulla pagina superiore, inferiormente verde più chiaro e opaca
- infiorescenza in pannocchia terminale ai rami; fiori ermafroditi, odorosi e con corolla tubulosa di colore bianco o bianco-crema
- frutto rappresentato da una bacca nero-bluastra di forma subglobosa
- sono segnalate naturalizzate tre specie esotiche del genere Ligustrum:
- L. lucidum Aiton: piccolo albero; giovani rami glabri; foglie lunghe almeno 6 cm, margine piatto e apice acuto o acuminato
- L. ovalifolium Hassk.: arbusto; giovani rami glabri; foglie lunghe sino a 7 cm, margine piatto e apice acuto
- L. sinense Lour.: arbusto; giovani rami pubescenti (lente!); foglie lunghe sino a 7 cm, con forma ovale o ovale-ellittica, margine ondulato e apice ottuso o smarginato
- il Ligustro comune (L. vulgare), unica specie autoctona di questo genere, si riconosce per essere un arbusto meno vigoroso, dalle foglie decidue (di rado parzialmente persistenti in inverno) con forma ellittica o lanceolata; particolarmente difficile è la distinzione da L. ovalifolium, che può essere valutata solo osservando più foglie (in L. vulgare le tipiche foglie lanceolate sono portate verso l’apice dei rami)
- biodiversità: impediscono la rinnovazione del bosco e contrastano lo sviluppo delle piante erbacee
- biodiversità: possibile effetto tossico sui macroinvertebrati
- ecosistemi: provocano cambiamenti nelle funzionalità ecosistemiche (specie sempreverdi)
- paesaggio: alterano il paesaggio naturale (specie sempreverdi)
- ornamentale: utilizzati per la realizzazione di siepi e alberature
- apistica: piante nettarifere
- avifauna: piante baccifere, talvolta piantate presso gli appostamenti di caccia
- commercio: vendute comunemente come piante ornamentali
- giardini e alberature: coltivate a scopo ornamentale, in singoli esemplari, macchie e siepi
- piante introdotte o popolazioni spontanee in ambienti naturali, soprattutto nei pressi delle abitazioni
- avifauna: si ciba delle piccole drupe
- evitare assolutamente la piantumazione di queste specie (soprattutto di L. lucidum)
- regolare potatura annuale delle siepi (L. ovalifolium e L. sinense), in modo da ridurre la possibilità di fruttificazione
il controllo di queste specie è legato in modo essenziale alle misure di prevenzione
- Fisici:
- la raccolta manuale (o coadiuvata da attrezzi) è in assoluto il metodo più efficace per il controllo di popolazioni formate da giovani piante
- nel caso di esemplari non estirpabili, taglio almeno tre volte l’anno durante la stagione vegetativa, il più possibile vicino al colletto (eventualmente seguito da mirati interventi di diserbo a fine stagione vegetativa)
- le potature dovrebbero essere effettuate in VI-VII, per contrastare efficacemente la fruttificazione
- Chimici:
- diserbo fogliare con glifosato e triclopir (temperatura maggiore di 17°C: tardo autunno o inizio primavera)
- diserbo mirato con glifosato su fusti tagliati di fresco con diametro maggiore di 50 mm (durante stagione vegetativa)
- su aree scortecciate del tronco (L. lucidum), dove sono state creati dei catini, iniettare glifosato (durante stagione vegetativa)