Descrizione:
- albero caducifoglio, alto sino a 20 m; scorza grigiastra, screpolata longitudinalmente con l’età; fusto poco ramificato
- foglie maleodoranti, opposte oppure occasionalmente in verticilli di 3; lamina largamente ovata, sparsamente o densamente pubescente, con margine intero, apice acuto e base cordata
- fiori ermafroditi in un’infiorescenza a pannocchia piramidale, eretta; corolla profumata, bilabiata e campanulata, ghiandolosa, di colore lilla-violetto
- frutto costituito da una capsula, ovoide-appuntita, appiccicoso-ghiandolosa, contenente semi alati
- in assenza del fogliame, si riconosce dall’Ailanto (Ailanthus altissima) per la persistenza dei tipici frutti; le giovani piante si riconoscono per la forma delle cicatrice fogliare
- non confondibile con altre specie, tranne con quelle del genere Catalpa che però non presentano piccioli fogliari e giovani rametti ricoperti da peli ghiandolosi (glabri o con peli semplici in Catalpa)
- biodiversità: accelera la ricolonizzazione (praterie, sponde dei corsi d’acqua, ecc.) e produce una abbondante lettiera di grosse foglie che ostacolano la crescita delle piante erbacee
- paesaggio: modifica la fisionomia del paesaggio naturale
- manufatti: le radici penetrano nei manufatti e li danneggiano
- produzione biomassa: elevata velocità di accrescimento (legno utilizzato per diversi impieghi)
- ornamentale: impiegata soprattutto per la sua rusticità e l’aspetto inusuale (portamento, fiori e frutti)
- commercio: pianta venduta come ornamentale
- impianti forestali: utilizzata a scopo di produzione di biomassa (raramente)
- vento: i semi alati possono essere trasportati su lunghe distanze
- vegetativa: discreta produzione di polloni
- evitarne la coltivazione, in particolare in prossimità (3 km) ad ambienti naturali (la piantagione dovrebbe essere limitata alle sole città)
- mantenere il più possibile l’integrità degli ambienti naturali (es. boschi su suoli sottili)
il taglio ripetuto potrebbe essere una soluzione sufficiente, eventualmente abbinata ad un diserbo delle ceppaie
- Fisici:
- rimozione manuale delle plantule e giovani esemplari (le radici rimaste nel terreno potrebbe però rivegetare)
- almeno due tagli l’anno (durante stagione vegetativa, la prima a V-inizio VI), ripetuti per almeno tre anni
- Chimici:
- diserbo mirato con glifosato e triclopir su foglie (piante giovani e ricacci: periodo consigliato VII-X) o su ceppaie tagliate di fresco (localizzato al solo cambio: evitare periodo III-IV)
- cercinatura (esporre il cambio) e trattamento localizzato con glifosato o triclopir (evitare periodo III-IV)
- applicazione sulla corteccia alla base del tronco di triclopir, miscelato con olio minerale (evitare periodo invernale)