sabato 15 febbraio 2020

Phytolacca americana

Descrizione di Phytolacca americana L., comunemente chiamata Cremesina, Uva turca oppure Uva dei merli, neofita largamente naturalizzata in tutto il territorio della Lombardia in boscaglie, arbusteti o ambienti ruderali.

Descrizione:
  • pianta erbacea perenne, alta 1-3 m, con radice verticale ingrossato-carnosa e fusto eretto, piuttosto succulento, verso l’alto diviso in rami divaricati, spesso di colore rosso-violaceo
  • foglie alterne, semplici, con lamina da ovato-lanceolata a oblungo-lanceolata
  • fiori ermafroditi in racemi ascellari, eretti o patenti alla fioritura; perianzio costituito dal solo calice di 5 sepali largamente ovati, bianco-verdognoli in fioritura quindi arrossati
  • frutto formato da una bacca subglobosa, nero-lucida, sugosa e contenete numerosi piccoli semi neri
Phytolacca americana


Riconoscimento:
Non confondibile con altre specie

Impatti:
  • biodiversità: accelera la chiusura delle chiarie boschive e rallenta lo sviluppo delle piante erbacee del sottobosco (probabili effetti allelopatici)
  • paesaggio: abbassa la qualità percettiva del paesaggio naturale (è indicatrice di degrado per antonomasia)
  • salute umana: tutta la pianta è tossica
Usi e benefici:
  • avifauna: pianta baccifera, spesso piantata presso gli appostamenti di caccia
Fonti di dispersione:
  • popolazioni in ambienti naturali: in zone degradate, abbandonate nella gestione o che hanno subito interventi di disturbo
  • popolazioni in ambienti antropizzati: zone ruderali (cantieri abbandonati, macerie, ecc.)
  Vettori di dispersione:
  • fauna: in modo prevalente uccelli che si cibano dei frutti
  Prevenzione alla dispersione:
  • mantenere il più possibile l’integrità degli ambienti o intervenire con interventi di gestione tradizionale (es. sfalci e cure selvicolturali)
Metodi di contrasto alla specie:
non sono disponibili indicazioni dettagliate; probabilmente più interventi sono necessari per esaurire le energie nelle radici
  • Fisici:
    • l’estirpazione può avvenire facilmente solo nelle piccole piante (meno di un anno di vita), in quanto non hanno ancora formato una radice ingrossata
    • l’estirpazione deve quindi avvenire con attrezzi (vanghe, picconi, ecc.) per la rimozione dell’apparato radicale
    • sfalci ripetuti durante la stagione vegetativa (circa 1 volta al mese), anche al fine di contenere la fruttificazione
    • la spaccatura della radice (2-3 cm sotto il colletto, ad esempio con un attrezzo affilato come la vanga) può agevolare il contenimento della specie; effettuarla a V (quando rispunta dal terreno) e quindi eventualmente ripeterla a VII-VIII
  • Chimici:
    • trattamento fogliare con glifosato (indicativamente a VI-VII) solo in situazioni ambientalmente circoscritte e e con poche piante desiderabili
  • Gestionali:
    • nelle situazioni ambientali dove è possibile, provvedere a mettere a dimora specie forestali a rapido accrescimento e/o densa copertura delle chiome