Descrizione:
- pianta erbacea perenne, alta 1-3 m, con radice verticale ingrossato-carnosa e fusto eretto, piuttosto succulento, verso l’alto diviso in rami divaricati, spesso di colore rosso-violaceo
- foglie alterne, semplici, con lamina da ovato-lanceolata a oblungo-lanceolata
- fiori ermafroditi in racemi ascellari, eretti o patenti alla fioritura; perianzio costituito dal solo calice di 5 sepali largamente ovati, bianco-verdognoli in fioritura quindi arrossati
- frutto formato da una bacca subglobosa, nero-lucida, sugosa e contenete numerosi piccoli semi neri
Riconoscimento:
Non confondibile con altre specie
Impatti:
- biodiversità: accelera la chiusura delle chiarie boschive e rallenta lo sviluppo delle piante erbacee del sottobosco (probabili effetti allelopatici)
- paesaggio: abbassa la qualità percettiva del paesaggio naturale (è indicatrice di degrado per antonomasia)
- salute umana: tutta la pianta è tossica
- avifauna: pianta baccifera, spesso piantata presso gli appostamenti di caccia
- popolazioni in ambienti naturali: in zone degradate, abbandonate nella gestione o che hanno subito interventi di disturbo
- popolazioni in ambienti antropizzati: zone ruderali (cantieri abbandonati, macerie, ecc.)
- fauna: in modo prevalente uccelli che si cibano dei frutti
- mantenere il più possibile l’integrità degli ambienti o intervenire con interventi di gestione tradizionale (es. sfalci e cure selvicolturali)
non sono disponibili indicazioni dettagliate; probabilmente più interventi sono necessari per esaurire le energie nelle radici
- Fisici:
- l’estirpazione può avvenire facilmente solo nelle piccole piante (meno di un anno di vita), in quanto non hanno ancora formato una radice ingrossata
- l’estirpazione deve quindi avvenire con attrezzi (vanghe, picconi, ecc.) per la rimozione dell’apparato radicale
- sfalci ripetuti durante la stagione vegetativa (circa 1 volta al mese), anche al fine di contenere la fruttificazione
- la spaccatura della radice (2-3 cm sotto il colletto, ad esempio con un attrezzo affilato come la vanga) può agevolare il contenimento della specie; effettuarla a V (quando rispunta dal terreno) e quindi eventualmente ripeterla a VII-VIII
- Chimici:
- trattamento fogliare con glifosato (indicativamente a VI-VII) solo in situazioni ambientalmente circoscritte e e con poche piante desiderabili
- Gestionali:
- nelle situazioni ambientali dove è possibile, provvedere a mettere a dimora specie forestali a rapido accrescimento e/o densa copertura delle chiome