sabato 15 febbraio 2020

Persicaria filiformis e P. virginiana

Descrizione di due delle principali specie esotiche del genere Persicaria Mill., comunemente chiamati come Poligoni esotici, neofite invasive inserite in Lombardia tra le specie della Lista Nera (LR 10/2008, DGR XI/2658).

Descrizione:
  • piante erbacee perenni, rizomatose, alta fino a 130 cm
  • foglie alterne, con lamina tenue ovata o obovata, larghe 2-10 cm, sessile o con picciolo lungo fino a 2 cm
  • infiorescenze spiciformi, strettamente lineari, lunghe sino a 35 cm, terminali e ascellari, con fiori distanziati; perianzio molto piccolo
  • frutto formato da un achenio biconvesso e di colore marrone
Persicaria filiformis virginiana.jpg

    Riconoscimento:
    • sono segnalate due specie di Poligoni esotici in Lombardia occidentale:
      • P. filiformis (Thunb.) Nakai: foglie obovate con apice ottuso; tepali rossastri
      • P. virginiana (L.) Gaertn.: foglie ovate con apice acuto; tepali biancastri
    • si distinguono dalle specie autoctone del genere Persicaria per la forma delle foglie (nelle autoctone è strettamente ellittica o lanceolata) e per le dimensioni maggiori della larghezza della lamina (al massimo 2-3 cm nelle specie autoctone)
    Impatti:
    • biodiversità: accelerano la chiusura delle chiarie boschive
    • biodiversità: entrano in competizione con le specie autoctone di Persicaria
    • accessibilità: possono colonizzare parzialmente o interamente i sentieri
    Usi e benefici:
    • ornamentale: piante talvolta coltivate, soprattutto per la creazione di macchie tappezzanti
    Fonti di dispersione:
    • commercio: vendute come piante ornamentali
    • giardini: talvolta coltivate
    • popolazioni in ambienti naturali: attualmente sono la principale fonte di dispersione
      Vettori di dispersione:
    • trasporto passivo (terra con semi) nel battistrada dei pneumatici o sulla carrozzeria degli automezzi
    • o movimentazione di terra infestata da semi (producono banca di semi sepolti nel suolo)
    • semi trasportati dall'acqua di ruscellamento
    • animali: semi mangiati da uccelli; forse anche trasportati passivamente (attaccati al pelo?)
      Prevenzione alla dispersione:
    • evitare la coltivazione di queste specie
    • evitare la fioritura (VII-IX) per il controllo della produzione di semi
    • ripulitura automezzi che hanno lavorato in aree infestate
    Metodi di contrasto alla specie:
    non sono disponibili indicazioni dettagliate; i metodi fisici appaiono sufficientemente adeguati per il controllo delle piccole popolazioni
    • Fisici:
      • lo sfalcio è poco efficace, senza la rimozione dell’apparato radicale; quindi deve essere abbinato all'estirpazione
      • estirpazione manuale in genere facile, anche su piante in fioritura; eventualmente aiutarsi con attrezzi (vanghe, picconi, ecc.) per la rimozione dell’apparato radicale
      • indicativamente, sfalcio ogni 2-3 settimane per tutta la stagione vegetativa, al fine di esaurire le riserve nell'apparato radicale; da applicare soprattutto su popolazioni estese
      • tutti gli interventi devono essere ripetuti su almeno 3 anni, al fine di esaurire la banca di semi sepolti
    • Chimici:
      • trattamento fogliare con glifosato (indicativamente a VI-VII) solo in situazioni ambientalmente circoscritte e con poche piante desiderabili
    • Gestionali:
      • dove possibile (non nelle chiarie boschive), provvedere all'impianto di arbusti con chioma densa