sabato 24 febbraio 2018

Crocus vernus agg.

Spesso si osservano specie esotiche apparentemente spontanee, ma che in realtà hanno origine dall'attività dell’uomo.
Queste piante sono oggetto di una deliberata immissione in ambiente “naturale”, quindi piantate, o più frequentemente di una involontaria introduzione, ad esempio tramite l’abbandono di materiale vegetale come scarti di giardino. Non si possono considerare, ovviamente, tra le specie spontanee, anche se permangono per lungo tempo nell'ambiente, persino per decenni. Soltanto quando queste piante danno origine, per via vegetativa o da seme, a nuove piante a loro volta riproduttive, si possono considerare a pieno titolo tra le specie esotiche spontanee o meglio naturalizzate (Richardson et al., 2000, Diversity and distributions, 6), come nell'esempio della cultivar Variegata di Persicaria filiformis.



  Crocus vernus cultivar
Crocus vernus cultivar
sinistra: l'ambiente di crescita delle piante di croco; a destra: le due piante di croco.


Non possono essere quindi considerate come spontanee alcune specie di geofite bulbose che si incontrano nei boschetti degradati presso strade o altri ambienti antropizzati e persino nei giardini, dove vengono di frequente lasciate inselvatichire (cioè non più soggette a cure colturali). Un esempio di queste specie è il croco coltivato, di recente osservato ai piedi di un imponente terrapieno su cui passa una linea ferroviaria.
Si tratta di sole due piante, entrambe in fiore, a margine di una stradina. La presenza di questa via di accesso ha favorito la noncuranza di alcune persone, che ha gettato via rifiuti di vario tipo nella zona. Ed è questa probabilmente l’origine delle due piante di croco. 



  Crocus vernus cultivar
Crocus vernus cultivar
sinistra: la pianta appartenente alla cultivar "Flower record"; 
a destra: ancora in bocciolo, la pianta della cultivar "Jeanne d'Arc".


Ciascuna pianta ha un colore diverso del fiore ed entrambe appartengono a due delle più comuni cultivar usualmente attribuite a Crocus vernus subsp. vernus o meglio a quelle che sarebbero da ascrivere a C. × cultorum (Dutch crocus o crochi olandesi; v. Rukšāns, 2010, Crocuses, a complete guide to the genus, Timber Press), anche se lo stato di ibrido è da accertare. La recente revisione di Crocus vernus agg. (Harpke et al., 2015, Plant Systematics and Evolution, 301) non ha infatti chiarito la posizione di queste cultivar, utilizzate a scopo ornamentale e usualmente lasciate per l’appunto “inselvatichire” nei giardini…  


Le foto sono state scattate nei pressi di C.na Monteggia, Biandronno (VA), 8.70-45.81, febbraio 2018.