sabato 1 dicembre 2018

Aquilegia confusa (=A. einseleana agg.) e A. atrata

Ecco un'altra conferma di quanto la "fissità" nel concetto di specie risulta deleterio nel comprendere la realtà e quindi la complessità della materia biologica.

Nelle specie del genere Aquilegia non esistono sostanzialmente barriere genetiche, come ben sa chi coltiva queste belle piante. Di fatto questa situazione si può anche osservare in natura, quando piante "selvatiche" entrano in contatto entrano in contatto con quelle "domestiche" (vedi qui, ad esempio). Questo è anche dovuto al numero di cromosomico, praticamente simile in tutte le specie (2n=14).
Una situazione che coinvolge invece soltanto piante "selvatiche" è quella di seguito illustrata (Monte Resegone, LC, 9.47-45.85; giugno 2018).


Aquilegia atrata confusa
Foglia e fiore di Aquilegia atrata (a sinistra) e A. confusa (=A. einseleana agg.; a destra), nel mezzo ibridi putativi di una introgressione tra le due specie.

Aquilegia atrata, caratterizzata in sintesi da grandi foglie e da fiori viola-bordò con lunghi speroni, cresce nelle radure boschive. In antitesi, A. confusa (=A. einseleana agg.), con foglie più piccole e fiori blu-azzurro con corti speroni, vive in praterie, macereti e rupi. Quando le popolazioni di queste due specie entrano in contatto, si assiste a una variazione continua nei summenzionati caratteri in piante che vivono a margine dei boschi dove vi sono lembi di ambienti aperti. Questa situazione non si riscontra invece quando le popolazioni delle due specie sono (ben) separate tra loro. L'osservazione è quindi verosimilmente da ricollegarsi a una forte introgressione tra le due specie.