Descrizione:
- albero caducifoglio, alto sino a oltre 30 m; corteccia di colore grigio-cenerino, con l’età profondamente incisa in stretti solchi longitudinali; giovani rami con pubescenza ghiandolosa; fortemente pollonante
- foglie imparipennate o paripennate (talvolta la fogliolina terminale è infatti mancante), composte generalmente da 15-19 segmenti con forma lanceolata o ovato-lanceolata, apice acuminato e margine seghettato
- fiori ♀ e ♂ in infiorescenze distinte sulla stessa pianta; infiorescenze in amenti, quelli ♀ pauciflori
- frutto formato da una “noce” globosa o subellissoidale di colore verdastro
Riconoscimento:
- il Noce comune, Juglans regia, si riconosce per le foglie sempre imparipennate, con i segmenti progressivamente maggiori verso l’apice della foglia e il margine fogliare intero (o con qualche grosso dente nelle giovani piante)
- dall’Ailanto (Ailanthus altissima) si distingue per i segmenti fogliari a margine seghettato e per la corteccia profondamente incisa in placche che si staccano facilmente
- biodiversità: tende a formare soprassuoli paucispecifici in condizioni favorevoli (boschi)
- sostanze allelopatiche: si accumulano nel suolo
- produzione biomassa: elevato accrescimento
- ornamentale: utilizzato in parchi e giardini, ma (forse) di scarso valore estetico
- popolazioni introdotte in ambienti naturali (impianti forestali, alberature, ecc.)
- popolazioni introdotte in ambienti antropizzati (parchi, giardini, filari alberati, ecc.)
- vegetativa: elevata produzione di polloni (incremento intrapopolazione)
- frutto: volontariamente gettato via con scarti vegetali (es. lettiera)
- frutto: raramente disperso da animali
- evitare la piantumazione di questa specie, preferendo ad esempio l’impiego come specie ornamentale del Noce comune (Juglans regia), specie considerata archeofita; il Noce comune presenta inoltre un frutto più gradevole al palato
- evitare di spargere la lettiera, che spesso contiene i frutti, in altri ambienti
non sono disponibili indicazioni dettagliate; potrebbe essere di difficile contrasto, in relazione alla sua capacità pollonante
- Fisici:
- almeno due tagli l’anno (durante la stagione vegetativa, il primo a V-inizio VI), ripetuti per molti anni
- rimozione manuale delle plantule e giovani esemplari (NB: le radici rimaste nel terreno potrebbe però rivegetare); possibile solo nelle piccole popolazioni
- Chimici:
- diserbo mirato con glifosato e triclopir su foglie (piante giovani e ricacci: periodo consigliato VII-X)
- diserbo mirato con glifosato e triclopir su ceppaie tagliate di fresco (localizzato al solo cambio: evitare periodo III-IV)
- cercinatura (esporre il cambio) e trattamento localizzato con glifosato e triclopir (evitare periodo III-IV)
- Gestionali:
- per contrastare la rivegetazione dai polloni, occorre garantire una rapida copertura mettendo a dimora arbusti e alberi con densa copertura delle chiome